José Mourinho e Luciano Spalletti prima di Roma - Napoli

Luciano Spalletti, ospite del Festival di Casa Corriere al Palazzo Reale di Napoli, ha parlato dei fischi riservatogli dai supporters della Roma in occasione dell'ultimo match tra i giallorossi e i partenopei. Ecco le dichiarazioni rilasciate dal tecnico toscano:

"Per me diventa facile perché ho la coscienza a posto. Si può fare quello che si vuole pagando il biglietto. Io non porterei mai mio figlio a insultare un adulto o farmi sentire mentre insulto un adulto allo stadio. È da questi comportamenti che si produce la legittimità a discriminare gli altri. È chiaro che poi diventano radici più profonde, diventa più difficile. Bisogna andare nelle scuole per prepararli prima, i genitori in quel caso non sono cosi adatti a insegnare la strada ai propri figli. Ci si rimane un po' male. È una cosa deprimente portare i figli a vedere o fare queste cose".

Paragone tra Roma, Napoli e Milano?
"Inizialmente ho detto di aver completato il tour dell'anima perché dopo Roma e Milano ora sono a Napoli. Napoli e Roma un po' si somigliano, ma io la pressione me la produco da solo perché ne ho bisogno per rendere al massimo. Me lo inietto da solo quel veleno che poi mi permette di averne di più quando me lo iniettano gli altri, così non vado in difficoltà. Roma e Napoli ti bruciano pure se non sei pronto all'amore e alla passione della città. Milano è un po' più moderata, ma ti sorveglia inesorabilmente sulla professionalità e la qualità. Più indirettamente il peso dell'importanza del club, dell'amore dei tifosi lo percepisci ugualmente. Questa è una città gioiosa, te lo dicono subito. Io non faccio una vita mondana, resto sempre a Castel Volturno, preparo le cose per il giorno dopo. A cena fuori ogni tanto vado perché a Napoli si mangia bene. In tangenziale la mattina si trova questo traffico, con i motorini che arrivano da ogni parte, non sai dove ti arriva la sberla. Ma si percepisce quest'ingrediente del voler essere intensi in ogni cosa che si fa, del voler aiutare in ogni cosa, nel volere stare vicini alla squadra".

 


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