Jose Mourinho (photo Bertea)
Jose Mourinho (photo Bertea)

Josè Mourinho ha risposto alle domande dei giornalisti nella conferenza alla vigilia di Roma-Bodo/Glimt.

Bisogna vincere la partita per tornare in testa al girone e dimenticare il risultato dell’andata.
“Siamo in una buona posizione, abbiamo sei punti, ma è chiaro che non possiamo dimenticare la partita dell’andata. Domani però non possiamo dire che sia decisiva, vogliamo vincere e chiudere il girone al primo posto ma ci sono ancora nove punti a disposizione”.

Domani darà chance a chi ha fallito in Norvegia o metterà in campo la squadra più forte?
“Abbiamo sbagliato tutti nella gara di andata, non è che abbia sbagliato questo o quell’altro. Domani vogliamo vincere come squadra, ovviamente non giocherà la stessa squadra vista in Norvegia. Avevo detto prima della partita che avevo troppe paure, ho avuto paura del campo, del freddo, degli infortuni, della stanchezza e non ho avuto paura di una sconfitta. Ho sbagliato io, abbiamo sbagliato tutti. Non giocherà la stessa squadra”.

Abraham è il grande colpo di mercato e non ha reso secondo le aspettative: è un problema di squadra o di adattamento?
“Il problema siamo sempre noi, non è individuale. Abraham viene da una cultura calcistica diversa, cultura arbitrale diversa, anche sociale diversa. Penso che non sia mai facile, però ha iniziato abbastanza bene, ha creato un impatto positivo con l’ambiente e adesso vive un momento non speciale però è un gande giocatore e abbiamo fiducia in lui, tornerà a giocare meglio e segnerà. Abbiamo fiducia totale”.

Lei è qui da qualche mese, ormai è andato via 1/3 delle partite della stagione. Rispetto alle altre piazze ha riscontrato differenze degli arbitraggi? 
“Non parlo di arbitraggi né di Serie A”.

Sia col Cagliari che con il Milan si è visto un modulo diverso nel secondo tempo, è una soluzione che può venire dal primo minuto nelle prossime partite? 
“Non parlo della Serie A”.

Dopo un anno di inattività Zaniolo è tornato ad essere un punto fermo della Roma, una valutazione su di lui? 
“Due anni di infortuni non è facile, contro la Juve si è sentito un po’ la paura di un giocatore che ha sofferto tanto ed è normale e solo il tempo può aiutare a dimenticare. Fisicamente sta bene, è fortissimo. Ci sono dei dettagli dal punto di vista tattico che deve migliorare, è normale quando hai 23 anni e quando hai perso due anni della tua carriera in infermeria ci sono delle cose da imparare. E’ un bravo giocatore e un professionista che lavora ogni giorno. Sono soddisfatto”.

Lei ha detto spesso che il livello del calcio italiano rispetto alla sua prima esperienza in certi campi è migliorato, secondo lei è migliorata anche l’immagine del calcio italiano all’estero? Penso al problema del razzismo negli stadi… 
“E’ un campionato dove si gioca bene, le squadre hanno qualità, i giocatori e gli allenatori hanno qualità, si preoccupano non solo dei risultati ma anche giocando con ambizione e bene. In questo senso sono molto soddisfatto di essere qui con voi”.

Si fida ancora di Shomurodov?
“Mi fido di tutti, poi ci sono dei momenti in cui un calciatore ha meno fiducia. Afena-Gyan domani non ci sarà, ha delle qualità che non abbiamo perché è un giocatore fa dei movimenti che noi non facciamo molto, vogliamo la palla sui piedi, Afena-Gyan è aggressivo nello spazio, non è ancora un prodotto finito o un calciatore fatto e perfetto per essere titolare nella Prima Squadra, però ha un profilo che merita attenzione e bisogna lavorarci e dargli opportunità di giocare. Va bene che si alleni con noi e anche altri giocatori come Missori o Volpato, poi un conto è lavorare e un conto è giocare, serve tempo per accelerare questo processo. Ho fiducia in Borja Mayoral e Shomurodov, non cambia nulla. Complimenti al Bodø/Glimt che ha vinto il campionato”.


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