Dal punto di vista del gioco la Roma fa tanta fatica, forse troppa. I tre punti, così come successo contro il Lecce, la squadra di Mourinho li conquista ancora una volta con il carattere, sfruttando la spinta dell'Olimpico e premendo il piede sull'acceleratore nel finale. Mancini apre le danze, Thauvin spaventa Mou. Poi il solito Dybala ed El Shaarawy archiviano la pratica e spediscono la Roma al quinto posto, in piena corsa per un piazzamento in Champions League. Decisiva la mossa che ha portato all'ingresso in campo di Bove, autore di due assist. Il classe 2002, subentrato a Paredes, ha dato molto più ritmo alla manovra giallorossa. 

La partita inizia così come iniziano tante partite dov'è protagonista la squadra di Mourinho: a basso ritmo. L'Udinese si adegua al match disputato dai giallorossi e ne esce fuori una gara brutta, noiosa, senza occasioni da gol. Nel primo quarto d'ora, di fatto, non succede assolutamente nulla. La Roma comincia a rendersi pericolosa sfruttando le palle inattive e il sinistro magico di Dybala, che mette in condizione Mancini prima di sfiorare il gol del vantaggio e poi, in seconda battuta, di realizzarlo. I giallorossi spingono molto più sulla sinistra con Spinazzola che sulla destra con Karsdorp, e proprio il numero 37 romanista offre un buon pallone per il raddoppio a Pellegrini, che calcia timidamente tra le braccia di Silvestri. Dall'altra parte l'Udinese non riesce mai ad impensierire Rui Patricio: Success lotta ma non basta, Thauvin è fuori dal gioco e Samardzic in mezzo al campo è schermato. 

Per fortuna dei tifosi neutrali che stavano seguendo la gara, il secondo tempo risulta essere molto più vivace del primo. Nel giro di 4 minuti, infatti, i padroni di casa sfiorano il raddoppio in tre occasioni, prima con Mancini, poi con Pellegrini e infine con Lukaku. I giallorossi sprecano, abbassano i ritmi e l'Udinese ne approfitta per alzare il baricentro e prendere un po' di campo. Se in una prima occasione Thauvin sfiora la rete del pareggio, alla seconda non sbaglia e di testa sfrutta una grave incertezza di Rui Patricio. A quel punto Mourinho si vede costretto a mettere mano ai cambi e ad inserire prima El Shaarawy ed Azmoun e poi Bove al posto di un Paredes troppo lento e prevedibile. Il classe 2002 cambia il canovaccio del match, ridando freschezza alla squadra. Non è un caso che il gol del 2-1 parta proprio dai suoi piedi per poi finire su quelli di Dybala, che brucia Silvestri in uscita. Nel finale c'è spazio anche per la rete della tranquillità, firmata da El Shaarawy ancora una volta su assist di Edoardo Bove. Con questo, sono addirittura 11 i gol segnati dalla Roma nell'ultimo quarto d'ora di gioco. 
 


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