Paolo Nicolato CT Nazionale U21
Paolo Nicolato CT Nazionale U21

Che cosa le hanno lasciato queste due partite?
“Un gruppo totalmente nuovo che deve crescere. Ci sono giocatori che hanno buone qualità ma c’è molto da fare, è la vita di queste squadre che cambiano ogni biennio”.

Avete un rituale per i nuovi arrivati?
Cerchiamo subito di conoscerli bene e di metterli a loro agio. Fare gruppo ci garantisce di avere il miglior rendimento possibile. L’annata 2000 è un po’ più povera e per questo abbiamo dovuto convocare 2001 e 2002, siamo una squadra molto giovane quest’anno. All’inizio, forse, pagheremo un po' lo scotto ma poi raggiungeremo i nostri risultati”.

Le è mai capitato di incontrare un ragazzo intimidito dalla convocazione in Under 21?
“Nello scorso biennio i ragazzi erano già abituati a giocare nelle varie Nazionali. Quest’anno con l’emergenza sanitaria si è creato un vuoto nell’esperienza e nella conoscenza reciproca. Dobbiamo accelerare questa connessione emotiva”.

Che cosa si aspetta dai prossimi impegni?
“Abbiamo sempre l’obiettivo di migliorarci. Non so ancora se è una squadra che può competere ad alti livelli, solo il tempo potrà darci una risposta. Con gli stage aumentiamo di esperienza e di conoscenza reciproca, dobbiamo prendere il meglio dalle situazioni”.

Quali sono le cose più difficili da organizzare quando c’è un cambio generazionale?
“La difficoltà è avere un certo tipo di assortimento. Dobbiamo adattarci perché non abbiamo un grande bacino su cui scegliere, ma la cosa più complicata è la differenza con i loro pari che giocano però quattro volte di più di quanto gioca un calciatore italiano. Questa è una cosa che soffriamo soprattutto nelle prime finestre FIFA a settembre e ad ottobre. Il ritmo dei nostri ragazzi è diverso rispetto agli altri dei campionati esteri”.

Che ne pensa delle polemiche su Immobile?
“Immobile è indiscutibile. Ci sono delle fasi in cui non si riesce a raccogliere quello che si semina ma credo che non si possa mettere in discussione la qualità di Ciro. I goal che fa parlano per sé”.

Roberto Mancini - Ct Nazionale Maggiore

Che emozione le ha trasmesso la vittoria dell’Europeo?
“Immensa. È una vittoria del nostro movimento e dunque anche per noi è stata una grande soddisfazione. Molti dei protagonisti sono passati dal nostro lavoro. Dopo quanto abbiamo sofferto in questi anni ce lo siamo meritati”.

Dove era il giorno della finale e l’ha vissuta con pacatezza?
“Ero a casa. Non mi innervosisco tanto per il calcio cerco sempre di restare tranquillo in quelle circostanze”.

Nations League e Mondiali, si aspetta un’Italia cannibale?
“Mancini ha posto delle basi importanti, soprattutto creando un gruppo di giovani ragazzi. Per vincere però, ci vuole anche un pizzico di fortuna”.

Che giocatore è Raspadori?
“E’ un giocatore di manovra ed è un attaccante atipico. Sta dimostrando miglioramenti continui grazie alla sua capacità di apprendere le cose facilmente. Si adatta bene al sistema di gioco di Mancini, lo ha dimostrato anche contro la Lituania”.

Perde un po’ sulla forza fisica?
“La struttura fisica non è il suo punto forte, ma la sua statura lo rende molto rapido negli spazi stretti, mi ricorda Aguero. È molto bravo a palleggiare ed è bravo a rifinire l’azione”.

Martina Stella


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