Questi i titoli dei maggiori quotidiani sportivi. 

Il Messaggero: C'è qualcosa che non va, ma lo si sapeva dall'inizio, e ora l'unica cosa da fare è fidarsi dei comandanti. Sesta e settima lo scorso maggio, con prospettive nebulose, Lazio e Roma potevano andare a sbattere chissà dove. Invece due grandi tecnici, gli unici della A con vittorie internazionali, ci hanno fatto il favore, anzi la grazia, di venire a lavorare qui, per una sfida affascinante e pericolosa, perché non hanno le garanzie e i paracadute di altri club in cui hanno allenato: quindi la gratitudine a Sarri e Mourinho è doverosa.

L'inizio di autunno ha portato le prime sconfitte. Logiche, in un percorso di crescita. A pochi giorni dal derby, preceduto da un giovedì di campionato assai rischioso, sono partiti i primi processini. Logici anch'essi, sono parte del gioco a ogni latitudine, a parte quelle simpatiche partigianerie che fanno tanto Roma: c'è chi si è stizzito per le valanghe di elogi a Mourinho e ha atteso nel fogliame la prima scivolata per scatenare i ve l'avevo detto che non si va lontano, chi di là soffre in modo lancinante la vedovanza di Inzaghi. 
Roma e Lazio sono una coperta corta, e i tecnici devono ancora sistemarne la fase difensiva, l'origine dell'equilibrio generale. Ci sono problemi strutturali: a entrambe mancano almeno un regista e un paio di difensori, a Mou in particolare alternative sugli esterni bassi, a Sarri al centro. I già numerosi errori di Gianluca Mancini hanno fiaccato l'ultima Roma(urgerebbe uno Smalling per guidare il reparto), ma anche certe esitazioni sulla catena di destra, poi schierare Zaniolo e Shomurodov esterni è stato un errore da non ripetere: Shomu era fuori ruolo e Zaniolo viene da un anno e mezzo senza partite, ci vorrà parecchio per averlo tonico, e in mezzo Veretout e Cristante possono soffrire avversari rapidi che ti saltano addosso. 
Devono reinventarsi, spremere il sangue dalle rape e regalare molto di sé ai giocatori. Ce la possono fare, sono qui per questo, è il senso della loro sfida. Ci saranno sacrifici illustri, qualcuno perderà il posto, magari Luis Alberto, magari Zaniolo, se non salgono di intensità: non saranno drammi. 

Leggo: Ripartire è sempre difficile, e di questi tempi lo sappiamo tutti. Figuriamoci se vieni dalla rottura di entrambi i crociati quando hai poco più di 20 anni e non giochi quasi da due. Forse, però, nemmeno Zaniolo si aspettava un inizio stagione così duro tra Roma e Nazionale. Il talento giallorosso nel ko contro il Verona ha giocato la sua partita più brutta da quando è nella capitale, ma nel complesso è l'unico giocatore del reparto offensivo a non aver mai nemmeno provato il gol in campionato.

E sui social sono arrivate le prime critiche. Non sul suo profilo ufficiale, però, visto che Nicolò ha deciso di oscurare Instagram da qualche giorno proprio per evitare di accusare il colpo e per trovare maggiore concentrazione. Era già successo qualche mese fa quando si parlava più delle sue storie sentimentale che del recupero fisico.

Accanto a lui mamma Francesca ma anche papà Igor. Riuscire a superare la salita non è facile e anche nel recente passato giocatori con i suoi stessi problemi (la rottura di entrambi i crociati) hanno trovato le stesse difficoltà: da Marchisio a Florenzi passando per Milik. L'esempio deve essere Ancelotti che mesi fa ha sentito Zaniolo suggerendogli di giocare qualche passo indietro. Mourinho crede nel numero 22 e sa bene che in questi casi basta una scintilla.

Corriere della Sera: Lunedì di riposo per i calciatori della Roma dopo la sconfitta contro l'Hellas Verona, ma lo stesso non può dirsi per Josè Mourinho e il suo staff che hanno analizzato con attenzione tutte le fasi chiave del match del Bentegodi. Lo Special One sa bene che non è il caso di prendersela con la squadra e di essere stato il primo a commettere qualche errore, come quello di ingolfare il reparto offensivo nel finale di partita, favorendo di fatto la difesa dei padroni di casa.

I gol della squadra di Tudor hanno messo in luce i meccanismi ancora da oliare del reparto difensivo giallorosso, e anche in avanti attaccanti e trequartisti - soprattutto Zaniolo e Shomurodov - non hanno aiutato a sufficienza in fase di non possesso.

3 gol che vanno ad aggiungersi alle tante occasioni concesse anche al Sassuolo: un problema che non va sottovalutato. E Mourinho, di certo, non lo farà.

La Repubblica: L ’unico straccio di consolazione, dopo lo schiaffone rimediato a Verona, è che tra due giorni si tornerà in campo. E che, quindi, non ci sarà (tanto) tempo per piangersi addosso ripensando alla figuraccia di domenica. Un passo falso, il primo stagionale, che chiama in causa responsabilità dirette della Roma intera, nessun tesserato escluso. E in una città che passa dall’esaltazione alla depressione nel giro di un amen, il tempo diventa un alleato di Josè Mourinho. 

Da queste parti o è nero oppure è bianco, il grigio non esiste. Aver vinto sei delle sette partite fin qui giocate non conta (più) nulla. Conta solo il ko di Verona. E tutto questo, oltre che assurdo, è anche platealmente ingiusto. Sbagliato. Guai se non ci fosse delusione per aver perso contro l’ultima in classifica, ma sono proprio questi i momenti in cui si deve dimostrare di essere realmente forti. Facile convivere con i tre punti, complicatissimo farlo con una mazzata tipo quella di Verona. 
E, tanto per cominciare, ieri giornata di riposo nonostante la sconfitta e l’imminente doppio impegno (Udinese e Lazio, giovedì e domenica). Di solito, un mister quando la sua squadra perde la punisce: Mou ha optato invece per un regalo. Uno scarico mentale in luogo del classico scarico atletico post gara. Una questione di allena-menti, non di allenamenti. Sennò, che Special sarebbe?

 Gazzetta dello Sport: Per molti il cambio di Josè Mourinho, che al 26' della ripresa contro l'Hellas ha sostituito Nicolò Zaniolo con Carles Perez con punteggio da ribaltare, è stata una sorpresa. E di colpo sono tornate in mente le narrazioni degli ultimi mesi: dalla voglia di recuperare dall'infortunio al ritorno in azzurro, passando per la recente uscita dai social che - a Trigoria e in Nazionale sono d'accordo - rischiano di togliere concentrazione al ragazzo.

E poi ci sono le recenti parole di Francesco Totti - «Ci auguriamo che diventi un campione, ma deve ancora dimostrare tanto», per poi concludere con un «riaggiorniamoci fra dieci anni per vedere che livello avrà raggiunto» - con qualcuno che si è chiesto se questo tipo di stimoli facciano effettivamente bene al talento del '99.

La sensazione è che all’inizio il feeling tra il giocatore e l'eterno numero 10 fosse superiore. Non è un caso che Francesco gli abbia affittato anche casa, pur per breve tempo. Dopo il primo infortunio, infatti, per questioni scaramantiche, Nicolò ha voluto lasciare l’appartamento, anche se tutti escludono che questo abbia portato a dissapori.

E anzi, si sussurra che Totti si sia anche interessato ad acquisire, con la sua agenzia, la procura di Nicolò.

I problemi dunque sono legati al campo, e al rinnovo con la Roma che per il momento non è ancora arrivato. Il ragazzo aspetta una chiamata dal club giallorosso e nei giorni scorsi il suo agente, Claudio Vigorelli, lo ha segnalato a Tiago Pinto. C'è l'appuntamento per un incontro in proposito.

Il rapporto con Mourinho è ottimo, ma non è un segreto che il tecnico pretenda da lui un maggior lavoro in termini di copertura.


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