Josè Mourinho a colloquio con l'arbitro Guida (photo Pruneti)
Josè Mourinho a colloquio con l'arbitro Guida (photo Pruneti)

Il designatore degli arbitri di A e B, Gianluca Rocchi, presenta in conferenza stampa l’introduzione del fuorigioco semi-automatico in Supercoppa.

Primo a parlare l'ad De Siervo.
"Oggi ribadiamo una scelta fatta in tempi non sospetti, siamo stati la prima lega al mondo ad adottare goal line technology e VAR, ora siamo la prima lega al mondo ad adottare il fuorigioco semi-automatico. Questa è la vocazione che abbiamo, in un Paese che fa spesso polemiche inutili, vogliamo dotare gli arbitri dei migliori strumenti possibili. Siamo stati i primi a sperimentarla, l'abbiamo testata mettendo in condizione gli arbitri di prendere confidenza con uno strumento che risolverà tanti dubbi che potremmo continuare ad avere. Oggi cerchiamo di superare questo elemento, abbiamo aspettato che i Mondiali la sdoganassero a livello internazionale".

Dopo De Siervo, parola a Butti.
"È veramente motivo di orgoglio essere la prima Lega al SAOT, per noi è un passo avanti nel miglioramento della competizione, garantiamo una maggior velocità nell'adozione della decisione e in generale mettiamo a disposizione della classe arbitrale uno strumento che le consente di lavorare meglio. Per quello che riguarda il campionato di Serie A, si è deciso che inizieremo a utilizzarlo dalla prima giornata del girone di ritorno, cioè dall'ultima settimana di gennaio. La Supercoppa garantiva la possibilità di partire con una gara secca e quindi era più semplice. Gli arbitri hanno utilizzato offline questa tecnologia nella prima parte del campionato e durante i Mondiali ci sono stati diversi raduni per allenarsi e prendere confidenza con la tecnologia. È uno step successivo del VAR quindi non ha bisogno di autorizzazioni".

Parola a Rocchi.
"Vi porto il saluto del presidente Gravina, tutto quello che facciamo è sotto l'egida della Federcalcio. Ringrazio lui e l'AIA nella persona del vicepresidente Baglioni, senza di loro la parte tecnica non funzionerebbe come dovrebbe. Grazie anche alla Lega Serie A, questo centro ci permette di lavorare al meglio. Abbiamo fatto molto training nella parte iniziale della stagione, condivido la scelta di partire col girone di ritorno: abbiamo preso l'opportunità di partire dalla Supercoppa, non come test ma come gara lancio. Stiamo lavorando molto sull'offline, abbiamo fatto tantissime partite in parallelo utilizzando il semi-automatico. È un aiuto importante per noi, non soltanto a livello di tempo: la prima cosa è l'accuratezza della decisione, poi arriva velocizzare il tempo. All'inizio, essendo uno strumento nuovo, potrebbe esserci qualche ritardo, leggero, rispetto alla normale applicazione del lavoro, ma vedrete che le decisioni saranno più automatiche. Servirà sempre la parte umana, perché VAR e AVAR sono fondamentali: è uno strumento in più, però la formazione di VAR e AVAR è fondamentale. È un passaggio che ci costringerà a utilizzare ancora di più i VAR di alta qualità, uno strumento di altissimo livello va messo in mano a professionisti di altissimo livello. Da quest'anno abbiamo deciso di fare raduni separati ad hoc, ne facciamo alcuni specifici per arbitri e altri specifici per VAR, poi un raduno specifico per gli assistenti. Proprio perché crediamo che la specificità dei ruoli sia una condizione indispensabile e una separazione dei ruoli è fondamentale. questa è la mia idea, fare arbitro e VAR sono due cose diverse e con l'avvento del semi-automatico diventerà ancora di più così".

Ultimo intervento di De Siervo.
"Il famoso caso di Candreva, qui sarebbe stato evidenziato. La camera che non l'aveva individuato era televisiva, queste camere sono sestate per avere il campo coperto nella sua massima ampiezza. È un sistema che si sovrappone a quello televisivo e garantisce una raccolta dei dati ad hoc".

Adesso spazio alle domande. Per Rocchi: in quanto tempo si riesce a individuare qual è il giocatore da valutare?
"Semplicemente, il VAR indica il giocatore che deve essere considerato e stabilisce il punto di rilascio del pallone, poi la macchina indica la linea. È chiaro che se è un giocatore è in fuorigioco non punibile, viene escluso. Il sistema evidenzia chi è più in fuorigioco, resta valido l'aspetto umano. Anche l'impatto è una valutazione che deve fare il VAR: la macchina deve dire se un giocatore è in fuorigioco, ma l'impatto lo valutano VAR e AVAR, nel caso l'arbitro di campo".

Sempre per Rocchi: oggi il momento della partenza del pallone è stabilito da un uomo, dopo sarà deciso dalla macchina o sempre dall'uomo?
"La macchina ha un riconoscimento di base, quello che deve fare il VAR è controllare che il movimento di stacco sia quello corretto, niente di più. Considerate che il sistema in automatico mette direttamente le linee al momento di rilascio. Se ci dovesse essere un piccolo errore da questo punto di vista, perché la macchina può anche sbagliare, il VAR deve controllare sempre. Però la riduzione del lato umano da questo punto di vista è drastico: rimane l'interpretazione".

Che margine ha?
"Ragioniamo a livello di millimetri, non abbiamo la certificazione FIFA come la goal line technology, ma siamo a livello di millimetri. In più la rappresentazione grafica serve ad avere chiarezza, la famosa barriera che vedrete la metteremo e il VAR certificherà su situazioni borderline. Non andremo mai a mettere la linea su due metri di fuorigioco, è tempo perso: faremo vedere un margine di mezzo metro".

Domanda per De Siervo: in termini economici, quanto è costato?
"Non c'è un valore riferibile a questo pezzo, la tecnologia consente di fare un'infinità di cose, è comunque un investimento da oltre un milione di euro, ma parlo di quello relativo alla tecnologia sottostante a questo tipo di intervento".

Domanda per Rocchi: se dovesse arrivare l'indicazione del fuorigioco dall'assistente, viene rivista l'azione?
"È come adesso, è un'evoluzione in positivo di quanto fatto fino a ieri. È semplicemente un upgrade".

Domanda per Rocchi: quali sono le difficoltà che dovete padroneggiare nell'utilizzo di questo strumento?
"Abbiamo lavorato molto sul cercare, quando c'è il punto di rilascio, tutte le camere possibili per trovare il punto di rilascio correttamente. Secondo, valutare la posizione di chi è in fuorigioco a livello oggettivo. Terzo, valutare soggettivamente chi è in fuorigioco punibile tra i giocatori segnalati dalla macchina. Abbiamo fatto molto lavoro per prendere confidenza con la macchina".

Domanda per Rocchi: ha già parlato della separazione delle carriere arbitro-VAR. Quanto si andrà in fretta?
"Potessi, lo farei domattina. Ma non perché mi alzo e... Perché sono convinto che sarebbe avere meglio avere certezza sugli arbitri di campo, dipende da quanto velocemente rispondono i ragazzi inseriti nel nuovo ruolo. Più VAR bravi ho, meno utilizzo gli arbitri. Andiamo verso una riduzione degli arbitri da campo e dobbiamo alzare il numero di quelli davanti al monitor. Chi opera solo su un aspetto ha risultati migliori degli altri, io ho degli AVAR che potrebbero fare il VAR per assurdo: la dimostrazione che lavorare solo su un ruolo dà una possibilità diversa. In questo mi sento con orgoglio di dirvelo, ho diversi colleghi di altre federazioni che mi stanno seguendo, io dico la verità ho seguito in maniera chiara quello che faceva la UEFA e poi la FIFA. Ho capito che il messaggio era chiaro: ai Mondiali vieni invitato o come arbitro o come VAR, si invita chi ha una specifica top nel ruolo".

Domanda per De Siervo: quali sono le potenzialità che la tecnologia può dare?
"La raccolta delle informazioni, a livello sportivo. Sono dati che cercheremo di valorizzare prima dandoli alle squadre e poi con una serie di pacchetti che daremo agli scommettitori. C'è una parte sportiva, legata a quello che possiamo dare agli allenatori, poi una parte legata per esempio al mondo delle scommesse. E poi c'è la possibilità di ricostruire la partita in tempo reale, per chi è esperto un po' di ricostruzione sapete che può cambiare la modalità con cui si riprende: farlo vedere con una camera che potrebbe muoversi come se fosse il ragno, ci sono mille possibilità di rivedere la partita, live e near-live".

Domanda per Rocchi: l'indicazione degli arbitri sarà sempre quella di aspettare il più possibile la fine dell'azione?
"Sì, non è che serviva quella situazione lì... Frenare l'istinto è una cosa molto complessa: non solo devono frenare l'istinto, ma posticipare il fischio. La bandierina è sempre riparabile, quando l'arbitro emette il fischio il protocollo obbliga a non avere più alcuna possibilità di intervento. Quello che è successo è stato un incidente, lo mettiamo in questa categoria".

Rocchi interviene sul tempo effettivo e su temi vari legati alla gestione della stagione.
"Il mio gruppo di lavoro ci ha dato molte soddisfazioni, so che non siamo sempre rappresentati per quello che i ragazzi esprimono. Io vi faccio vedere dei numeri, che sono un po' diversi da quello che viene rappresentato. Abbiamo dei tempi effettivi piuttosto alti, da noi si dice che si gioca poco e non come si dovrebbe giocare. L'Italia non è messa così male, sul tempo effettivo abbiamo due strade: o fare recuperi importanti, e noi siamo un campionato con i recuperi tra i più alti. L'altra è cercare di andare nella direzione, come abbiamo ridotto i rigori, di abbassarli quasi del 50 per cento. In questo passaggio avete contribuito anche voi, sposando una filosofia e criticandone un'altra. L'altro aspetto è che il numero dei falli sia calato: ho fatto i complimenti a Massa per una gara in cui ci sono stati tanti falli e poco tempo effettivo, ma quella partita andava interpretata così. Quindi: abbassare il numero di falli non dipende da una linea, ma dalla applicazione in partita. Agli arbitri ho chiesto di fare recuperi sì congrui, che sono fondamentali. E poi ho chiesto di lavorare sui tempi morti delle partite, che a volte dipendono da noi. Accelerare le riprese di gioco è un aspetto fondamentale, abbiamo due minuti tra quando fischia l'arbitro e quando si batte. Buttiamo via due minuti di partita per una mancata concentrazione: ci si può lavorare e servirà del tempo, ma sono convinto che potremmo avere partite più belle. Quando c'è una situazione di proteste dopo un gol si perdono almeno due minuti: ho chiesto di essere più duri e severi, vogliamo alleggerire questo tipo di situazioni. Avere un tempo effettivo alto ci dà una bella importante. Quanto ai falli, abbiamo oscillato con giornate da 21 falli in media a partita, che secondo me è anche troppo bassa per il nostro campionato: siamo quasi a due falli in meno rispetto all'anno scorso (24,8 contro 23,14 ndr) e se anche a fine anno dovessimo salire non sarebbe un problema. Il numero dei falli dipende dai calciatori, l'arbitro bravo segue quello che i giocatori vogliono fare. Anche sui rigori abbiamo una tendenza chiara: è un dato che in media siano meno rispetto all'anno scorso, non è che io sono contento o meno. È un dato oggettivo. Quanto alle espulsioni degli allenatori, le giornate migliori per me sono quelle in cui non se ne sono registrate".

Ancora Rocchi sul tempo effettivo.
"Io ho due arbitri che hanno, nello schema singolo delle partite, la gara meno giocata e quella più giocata. Vuol dire che il tempo effettivo non dipende dall'arbitro ma da come la partita viene approcciata dai giocatori: una partita da zona retrocessione ha più aggressività e falli di una per lo scudetto, di solito. Ma ne abbiamo vista una (il riferimento è a Milan-Roma, ndr) che ha avuto approccio da lotta salvezza".

Domanda per Rocchi: sul tempo effettivo il riferimento è il basket. Che indicazioni ha dato? Nell'ultima giornata tra le due partite in cui si è giocato meno ballano dieci minuti di differenza di recupero: non c'è troppa differenza?
"Sì, ci potrebbe essere un po' di differenza, è da analizzare. In media siamo a sette minuti di recupero, abbiamo l'8 per cento di risultati modificati dopo il novantesimo: questo ci dice che i recuperi sono importanti per noi. Andrebbero viste entrambe le partite in presenza, è chiaro che in una delle due si poteva lavorare sull'evitare perdite di tempo. Però il recupero è oggettivo sulle cose oggettive, soggettivo poco: certo, se ci sono tre ammonizioni per perdita di tempo, vanno recuperate. Ed è fondamentale il tempo che spende l'arbitro sulla on-field review. Però in Italia stiamo lavorando molto sul recupero. Secondo me, se una gara ha un tempo effettivo di 45 minuti di gioco, su 8 minuti di recupero se ne giocherebbero due. La gara che ha 60 minuti di gioco effettivo, su tre minuti di recupero ne gioca due e mezzo, perché l'approccio alla partita è quello lì".

Domanda per Rocchi: dalla panchina spesso arriva di tutto, avete chiesto agli arbitri di tappare le orecchie o qualcuno è meno presuntuoso?
"Nessuna delle due. Né ho chiesto a qualcuno di tapparsi le orecchie, né di essere lassisti. Il mio sogno è che si comportino bene: se un allenatore ha un atteggiamento sopra le righe perché preso dalla partita, non gli vanno rotte le scatole. Vorrei non avere giornate in cui si allontanano quattro allenatori, è una sconfitta: l'obiettivo non è mandarli fuori, io ringrazio Spalletti e Inzaghi nel caso della designazione di Sozza. Sono gli unici che l'hanno appoggiata, ma non per fare un favore a me quanto perché gli faceva piacere avere un arbitro preparato. Se avessero detto altro avrebbero messo lui in difficoltà".

Domanda per Rocchi: qual è la vostra posizione su Sacchi? E si è reso conto della differenza mediatica con Serra?
"No, io non sto a pesare la differenza mediatica. Non sospendiamo nessuno mai, io sospendo qualcuno se ha comportamenti disciplinari sbagliati. Rispetto ad altri, starà più in panchina, ma non mi sembra un problema. Sono convinto che tornerà ancora meglio, come ha fatto Serra: lì si pesa la bravura dell'arbitro. Va messo in preventivo che un investimento in ragazzi giovani si paghi l'inesperienza in termine non di errori ma di incidenti".

Non è più difficile tornare dalla panchina?
"Non è punito, magari torna in campo prima di quanto pensate voi. Quando lo vedrò pronto lo manderò in campo".

A che punto siamo sul challenge e sull'audio arbitrale in diretta?
"Sul challenge non posso rispondere io. Gli audio li facciamo sentire in determinate occasioni, farli ascoltare durante la partita probabilmente lo potremo fare quando avremo una comunicazione ottimale, però non possiamo decidere noi. Lo faranno la federazione o la lega".

Quante partite sono a 60 minuti di tempo effettivo?
"Vi dico che è l'obiettivo che abbiamo, la differenza è dare a tutte le squadre lo stesso tempo per giocarsi il campionato. Vogliamo cercare di migliorare le partite, facendole giocare di più. Ho un gruppo di qualità e di voglia".


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