Leggo: Spesso la difesa è il migliore attacco. Per Mourinho questo ragionamento vale più in campo che nella vita dove di certo lo Special One non si barrica dietro a luoghi comuni come qualche suo predecessore, scrive Francesco Balzani su Leggo. Dopo l'offensiva, che ha travolto e spedito in tribuna parte della squadra umiliata a Bodo, è arrivata la difesa di Mou da parte di quella Roma che crede in lui ciecamente. Lo ha dimostrato in campo giocando una partita tatticamente quasi perfetta col Napoli. E lo hanno confermato a parole i senatori poco prima del match. A Trigoria, infatti, sono andati in scena diversi confronti. In uno di questi Mancini, Cristante e Pellegrini hanno sposato in pieno la linea di Mourinhoassicurando fedeltà estrema da parte del gruppo titolare così come avevano fatto nel 2009 i senatori interisti dopo il 3-0 subito dalla Samp. Anche all'epoca il portoghese aveva spezzato in due la squadra. Non solo parole da parte dei tre capitani che in campo hanno dato tutto. Un atteggiamento piaciuto ai Friedkinpronti ad - sul mercato (ieri spuntato Ceballos per il centrocampo). Ma torniamo alla difesa. La Roma ha la 2a migliore del campionato. Una inversione di tendenza totale rispetto agli ultimi anni. Un altro effetto della cura Mourinho. La Roma domenica scorsa ha tenuto un baricentro medio basso tra i 48 e 50 metri impedendo il contropiede letale di Insigne e compagni. Una squadra totalmente Mourinhana: reparti uniti e formazione compatta, pronta a ripartire verticalmente. E' mancato solo il gol, cruccio di Abraham e Zaniolo che ora devono diventare più cattivi per riuscire a battere una big. Impresa che in una partita vera non riesce dal 2019 (2-1 proprio al Napoli). L'occasione arriva domenica col Milan ma domani c'è il Cagliari dove sarà confermato l'undici di fedelissimi. Mancherà ancora Smalling (ai box per un altro mese). Buone notizie da Spinazzola che potrebbe tornare a dicembre.

Il Messaggero: La foto a colori di questo momento: Roma, 16 punti, quarta in classifica, quindi Champions centrata in pieno, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Nonostante Mou sia solo all'inizio del suo percorso in giallorosso. Posizione confortante per l'obiettivo dichiarato dal tecnico e non solo. Traguardo necessario per ricostruire un futuro di livello, per aggredire quel tempo di cui parlano Mou e i Friedkin, che ora sfugge ma servirà, se tutto si incastrerà per il meglio e non ci saranno ribaltoni, per tornare a competere per qualcosa di eclatante, e per alcuni aspetti, di nuovo. La Roma ha dimostrato di essere una squadra, ma non una rosa top, competitiva per i grandi traguardi. Ora è quarta e non ha ancora dato il meglio di sé, e questo è anche positivo: il potenziale, nei titolari, è in parte inesplorato. Il quarto posto non è un obiettivo semplice da raggiungere e quella foto è solo un'istantanea. Ma si può, si deve. Certo, i limiti della squadra li conosciamoe Mourinho li ha elencati in più di un'occasione. Di sicuro, al quarto posto, la Roma non ci arriva di certo con la prestazione (e gli uomini) vista in Norvegia, con quello spirito da gita fuori porta e con quella pochezza tecnica mostrata seppur in condizioni climatiche non favorevoli.  La Roma l'altro ieri poteva sì perdere contro Spallettone, ma anche vincere. E lo stesso discorso vale per gli altri appuntamenti con le prime (non sempre) della classe: insomma, se la Roma fosse uscita con punti dalle sfide con Lazio e Juve, nessuno avrebbe gridato allo scandalo. La vera partita sbagliata è stata quella di Verona: giocata male, persa brutalmente, oltre naturalmente a quella di Bodo, ma non era la vera squadra di Mou. La Roma è quarta e non abbiamo nemmeno visto il miglior Abraham, che fino a ora non ha portato i gol che ci si aspettava: in tredici partite, quattro reti e due assist. Da qui a dicembre ci sono una serie di partite di un certo livello, che dovranno darci risposte sull'obiettivo: da domani con il Cagliari,fino allo scontro del 18 dicembre con l'Atalanta. In mezzo, Milan, Veneziaprima della sosta, poi Genoa, Torino, Bologna, Inter, Spezia, Atalanta e Sampdoria. Dieci partite più le due di Conference con Bodo, Zorya e Cska. Il piano comincia ora.

La gazzetta dello sport: "Colui che non riesce a perdonare gli altri, rompe il ponte su cui lui stesso deve passare", diceva il filosofo cinese Confucio. Un suggerimento che evidentemente, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, José Mourinho sta cominciando a metabolizzare nei confronti di Reynolds, Kumbulla, Diawara, Villar e Mayoral, finiti domenica in tribuna per espiare lo storico 6-1 rimediato a Bodo dalla Roma. "E’ difficile perdonare – ha spiegato lo Special One - Sono messaggi per lo spogliatoio. Purtroppo il calcio è crudele. Quella sconfitta rimarrà nella mia storia, ma io non metto la croce sopra, conto di recuperarli. Se torneranno dipende da loro. Io, comunque, al momento ho 13-14 giocatori". In ogni caso, l’affastellamento di partite adesso rende una scommessa puntare ogni volta sullo stesso gruppo. Così non è escluso che l’allenatore portoghese possa recuperarne alcunigià oggi per la trasferta di Cagliari, anche se in fondo alla strada l’obiettivo della dirigenza – schierata totalmente col proprio tecnico – è quello di cederli magari già a gennaio. Per questo, la loro rincorsa è in salita. Per questo quintetto la Roma ha investito circa 63 milioni complessivi. Negli intendimenti, ci sarebbe quello di cederli già a gennaio per fare quegli investimenti che vuole l’allenatore. Se il g.m. Pinto vi riuscisse, occorrerebbero quindi due centrocampisti, un terzino, un centrale, e un attaccante, ma i primi rapidi sondaggi danno assai complicata qualsiasi cessione. Al massimo, si potrà operare qualche prestito, ma non sarà facile per via degli ingaggi non banali che portano in dote (complessivamente circa 16 milioni lordi). Così, le priorità assolute restano un mediano di regia e un esterno destro, visto che a sinistra a fine novembre dovrebbe rientrare Spinazzola. Però, alla luce di un bilancio da 184 milioni di perdite, radio mercato parla ancora di arrivi in prestito, perché chiedere altri investimenti ai Friedkin sarà complicato. Per questo i 5 “epurati”, se giocheranno bene le loro carte, potrebbero rientrare in gioco


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