La Roma continua a viaggiare ad un ritmo altalenante, che nonostante sconfitte come quella di Cremona permette comunque ai giallorossi di ritrovarsi ancora in piena corsa per conquistare un posto nella prossima edizione della Champions League. Con prestazioni come quella della settimana scorsa, sarebbe stato impensabile riuscire a battere questa Juventus. Invece la squadra di Mourinho, priva dello Special One in panchina per via dell'espulsione rimediata proprio contro la Cremonese, ha steso i ragazzi di Allegri grazie ad un bolide dalla distanza di Mancini e grazie ad una prestazione ampiamente sopra la sufficienza. I bianconeri si fermano dopo tre vittorie consecutive e probabilmente dicono addio al sogno di agguantare la Champions nonostante il -15. A salvare i capitolini ci sono stati anche tre legni colpiti dalla Vecchia Signora, che nel finale si è ritrovata anche in inferiorità numerica per via di un'ingenuità pazzesca di Kean

Mourinho si gioca il match optando per il falso 9, con Pellegrini e Wijnaldum che agiscono alle spalle di Dybala. La Juventus, invece, si presenta con un 3-5-1-1 con Di Maria in supporto di Vlahovic e con Kostic e Cuadrado dal primo minuto sulle corsie esterne. Il piano tattico dei giallorossi è chiaro: compattarsi dietro e cercare di sfruttare gli spazi in ripartenza. La Roma, però, finisce per abbassarsi troppo e questo non le permette di risalire velocemente il campo, anche e soprattutto per meriti dei bianconeri che pressano alti. I giallorossi sono spesso costretti al lancio lungo, che in questo caso più di altre volte risulta essere inutile vista la presenza di Dybala lì davanti. I primi 20 minuti di gioco vedono protagonista la Juventus, che però non riesce a rendersi realmente pericolosa. La prima grande occasione, infatti, viene registrata solo nella parte finale della prima frazione di gioco, quando Rui Patricio con un miracolo devia il colpo di testa a botta sicura di Rabiot sul palo. 

All'intervallo Allegri opta immediatamente per un cambio: dentro Bonucci al posto di Alex Sandro. Il canovaccio del match non cambia di una virgola, la Roma si abbassa e lascia il pallino del gioco in mano alla Juve. Contro ogni previsione, al minuto 8 del secondo tempo sono i giallorossi a trovare la via del gol del vantaggio. Mancini avanza palla al piede incontrastato fino ai 20 metri, poi fa partire un destro ad incrociare fortissimo che si insacca dritto all'angolino alla destra di Szczesny. La Juventus accusa il colpo e la Roma va addirittura vicina al raddoppio con Spinazzola, che però perde il tempo. Il secondo legno colpito dalla Vecchia Signora arriva al minuto 13, quando Cuadrado scheggia il palo sugli sviluppi di un calcio di punizione diretto in porta. I minuti passano e Allegri lancia in campo Chiesa per cercare di dare una scossa alla squadra. La contromossa di Mourinho è immediata, Wijnaldum si abbassa sulla linea del centrocampo e crea più densità. Dopodiché, per dare ancora più freschezza alla squadra lo Special One inserisce anche Abraham e Bove. La Juve non riesce ad innescare Vlahovic e quando lo fa il serbo non sembra essere in giornata, motivo per cui è Di Maria che prova ad inventare. Prima impegna Rui Patricio dalla distanza, poi, con la complicità di Mancini, colpisce un palo pieno direttamente da calcio d'angolo. Nei minuti finali Allegri butta dentro anche Kean, ma l'attaccante classe 2000 si fa espellere non appena un minuto dopo per un calcione rifilato a Mancini dopo un contrasto di gioco. Nonostante l'inferiorità numerica la Juventus nei minuti di recupero schiaccia la Roma nella sua area di rigore e al minuto 98 sfiora il pari con Danilo, la cui conclusione però è troppo centrale. Finisce così, con l'Olimpico in estasi per una vittoria pesantissima contro un grande avversario. 
 


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