Milena Bertolini, CT della Nazionale femminile di calcio, ha rilasciato un'intervista per DIES ROMAE. Queste le sue parole: 

Che soddisfazione le sta dando il percorso di qualificazioni ai Mondiali?
«È iniziato nel migliore dei modi, con due vittorie e mi sta dando tantissime soddisfazioni. Sappiamo che dobbiamo vincerle tutte per andare al Mondiale e daremo tutto per raggiungere il nostro obiettivo».

Nelle prossime partite affronterete Croazia e Lituania, che cosa si aspetta?
«Sono squadre di un ranking inferiore al nostro ma, l'esperienza in questi anni ci insegna che in Europa non dobbiamo sottovalutare mai nessuno. In Lituania non ci saranno buone condizioni meteorologiche mentre la Croazia è una squadra molto fisica. Ci vorrà un approccio determinato fin da subito».

Il vostro è un gruppo affiatato?
«Si, le ragazze si vogliono bene, si rispettano molto e hanno molta voglia di fare e di raggiungere ottimi risultati sopratutto con la maglia Azzurra, perché sanno che fare bene con questi colori indosso porta beneficio a tutto il movimento».

Milena Bertolini - Commissario tecnico della Nazionale femminile

Che tipo di allenatrice è?
«Sono un allenatrice molto esigente che però imposta il lavoro sul dialogo, sulla relazione interpersonale. Sprono le ragazze dicendo loro che sono forti e che devono fare di tutto per dimostrare le loro qualità».

Riconosce all'interno della sua squadra un punto forte?
«Sicuramente la compattezza della squadra».

Mentre un punto debole?
«Forse che rispetto ad altre squadre o Nazionali di altri paesi dobbiamo crescere come movimento, dobbiamo cercare di raggiungere la stessa importanza e popolarità che il calcio femminile ha fuori dalla nostra penisola».

Quanto è cambiato il calcio femminile rispetto a quando lo praticava lei?
«È cambiato tantissimo. Negli ultimi 5-6 anni ha avuto un accelerazione incredibile. Da quando nel 2015 la Federazione ha cominciato ad investire risorse economiche in questo settore, è sotto gli occhi di tutti quello che è successo: un Mondiale, l'aumento delle tesserate, fino alla diversa percezione che ora abbiamo della ragazza che gioca a calcio rispetto a quando giocavo io».

Qual è il ricordo più bello di quando era in campo?
«Ho molti ricordi belli, partendo dalle tante vittorie che ho vissuto con diverse squadre. Forse, però, il ricordo migliore è proprio di quando iniziai a giocare con le donne, visto che da piccola giocavo solamente con i maschi, avevo più o meno 18 anni».

Lei è una tra le poche allenatrici italiane ha possedere il titolo per allenare una squadra maschile. Crede che sia ancora necessario del tempo per vedere una donna su una panchina di professionisti uomini?@«Per fortuna ultimamente iniziare ad aumentare le donne con il brevetto UEFA PRO. Io iniziai proprio con i ragazzi, facendo tutte le categorie, dai Piccoli Amici fino all'Eccellenza arrivando successivamente alle donne. Vedere una donna alla guida di una squadra maschile capitò tantissimi anni fa con Carolina Morace alla Viterbese. Ma credo francamente che non siamo ancora pronti in Italia a fare questo salto. Esistono culturalmente stereotipi e pregiudizi, molto presenti sopratutto nel calcio, ed il fatto che non ci siano donne all'interno degli staff maschili ne è la testimonianza. A me piace allenare e non avrei problemi nel farlo anche con gli uomini».

Chi è Milena Bertolini svestita dai panni di allenatrice?
«Sono una persona molto semplice (ride n.d.r), faccio cose normalissime. Gestisco un centro sportivo qui a Reggio Emilia, poi un pò di musica e sopratutto sono una buona forchetta».

Martina Stella 


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