Il professor Lempainen, il chirurgo che ha operato Spinazzola, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello sport:

Professore, a che punto siamo?
«Siamo tutti molto soddisfatti, non ci sono complicazioni. Mai nella mia carriera avevo incontrato un atleta così determinato. In questi giorni abbiamo stilato una tabella che servirà a Spina (lo chiama così, ndr) per passare alla seconda fase: la riatletizzazione».

Tra quanto tornerà a giocare?
«Non possiamo indicare una data precisa, per un infortunio così grave. Ma il protocollo per la rottura di un tendine su cui grava tutto il peso del corpo è di almeno sei mesi».

A gennaio in campo. Non a dicembre.
«A gennaio tornerò a Roma, o forse verrà lui a Turku, per l’ultimo controllo. A quel punto, se tutto continuerà a procedere bene, si potrà passare alla fase agonistica. Che significa allenarsi con la squadra e poi piano piano entrare in partita».

Almeno gennaio, quindi.
«Diciamo che non potrà subito giocare 90 minuti. Magari comincerà con 15, poi 30. Ripeto, serve attenzione».

Le dichiarazioni entusiastiche di Spinazzola avevano lasciato immaginare che avesse anticipato i tempi.
«Nessuno di noi lo ha mai pensato. Bisogna andare per gradi, non sarebbe saggio né realistico il contrario. Non possiamo correre rischi perché qui parliamo di un calciatore e di una squadra top. Domenica ero allo stadio per Roma-Milan: un conto è giocare a calcetto tra amici come lei o come me, un conto è andare a contrasto con Ibrahimovic. Non dovete dimenticare che Spinazzola è un calciatore capace di sviluppare una velocità di 35 chilometri orari: questo aumenta il carico sul tendine».


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