Josè Mourinho, allenatore AS.Roma
Josè Mourinho, allenatore AS.Roma

Il tecnico della Roma, Josè Mourinho, ha risposto alle domande dei media alla vigilia dell'esordio in campionato contro la Fiorentina, queste le sue parole:

Come ha visto la squadra dopo la trasferta?
“Le vittorie aiutano a recuperare. Quando si vince la stanchezza non è uguale come dopo la sconfitta. Questo è stato un plus. Nessun infortunio in partita, nemmeno piccoli. Stiamo bene, siamo preparati. Il calcio di oggi è così. Non farò tanti cambi per questa partita. Abbiamo bisogno di giocare. Abbiamo qualche partita di fila e domani c’è la seconda. Dobbiamo dare tutto senza pensare alla stanchezza”.

Parlava dell’aiuto del pubblico. Domani il tutto esaurito. Quanto può aiutare la gente della Roma?
“I tifosi possono aiutare e possono giocare. E’ un modo diverso di andare allo stadio. Qualche volta sono lì, altre volte sono lì per aiutare, qualche volta sono lì per giocare. Spero che siano lì per giocare. Possono farlo. La passione è facile da capire. Ho giocato a Roma come avversario ed ho capito la passione dei tifosi”.

Ogni intervista dice che le manca qualcosa. Dice questo come stimolo o per mantenere i piedi per terra?
“L’ho detto qualche giorno fa. Oggi quello che mi manca sono i tre punti di domani. Che stanno lì, ma stanno lì per le due squadre che li vogliono allo stesso modo. Ho cercato di spiegare al meglio possibile e non so se sia stato sufficiente. Il nostro mercato è stato di reazione perché abbiamo perso due giocatori che non ci aspettavano e abbiamo dovuto reagire. Non abbiamo preso qualche giocatore che nella mia analisi sarebbe servito per equilibrare la rosa. Se la società fa quello sforzo che ha fatto, non ho il diritto di mettere nessun tipo di pressione. Non faccio alcuna richiesta in più. Il tempo è la parola chiave nel nostro progetto. Io mi nascondo dietro questo tempo per dire che capisco perfettamente che sarà complicato di fare qualcosa in più e che tranquillamente il mio lavoro adesso è lavorare con tutti i giocatori che abbiamo in rosa. Abbiamo tempo per fare qualcosa di più. Se non si farà adesso sarà a gennaio altrimenti in estate. Mi piacerebbe che sia l’ultima volta che parlo di questo”.

Italiano ha messo in difficoltà la Roma. Come prepara la partita, guardando la Fiorentina nelle amichevoli o lo Spezia?
“Prima di tutto hanno scelto bene. Prima Gattuso e poi Italiano, hanno scelto bene entrambi. Complimenti a loro. Un po’ di tutto. Ovviamente gli analisti fanno un lavoro pensando a quello che è la filosofia basica dell’allenatore, l’anno scorso allo Spezia, abbiamo analizzato il più possibile per capire i suoi princìpi. Abbiamo visto quello che è stato possibile analizzare della Fiorentina. Sappiamo delle difficoltà. Sarà una partita difficile per noi. È arrivato da poco come me, sappiamo che quando giochiamo contro una squadra che ha lo stesso allenatore per diversi anni le difficoltà sono alte, le dinamiche sono automatiche, però Italiano è un bravo allenatore, io sono un bravo allenatore e le nostre squadre già giocano abbastanza bene per lavorare da pochissimo tempo con noi".

Nell’ultima amichevole il campo è sembrato in condizioni pessime. Lei viene dall’Inghilterra, è preoccupato del campo e delle strutture italiane? Come sta Abraham?
“Il clima aiuta tanto nella qualità dei campi. Il modo dell’organizzazione del calcio lì prende aiuto da quella condizione. Paragonare l’Inghilterra con altro è difficile. Però dire che esiste qualche rapporto fra l’infortunio di Smalling e il campo sarebbe molto cattivo. Mi rifiuto di fare questa connessione. Il campo non stava bene la settimana scorsa. Ho dei dubbi che domani sarà bello bello bello. Però ho fiducia nella professionalità della gente e penso che domani possa stare in condizioni più accettabili. Settimana prossima con la Lazio in casa sarà ancora meglio. Un po’ di pressione a tutti, e non solo dal mio Instagram che è cattivo (ride, ndr) e senza filtri, e possiamo far migliorare i nostri campi. Abraham domani sarà convocato. Si è allenato da solo, ma col Chelsea si è allenato bene, ha giocato amichevoli a livello alto. E’ pronto dal punto di vista fisico. E’ stata una settimana difficile per lui tra viaggi, allenamenti e documenti. Abbiamo tre attaccanti e siamo contentissimi di averli".

Come giudica il processo di maturazione di Reynolds? Che valutazione è stata fatta su Florenzi?
“Non posso valutarlo tanto, lo conosco da un mese. Lavoriamo insieme da 5 settimane, è impossibile fare un’analisi, non esiste un parametro. Quello che posso dire è che fisicamente ha una condizione fantastica per essere un terzino. Su questo nessun dubbio. Tecnicamente e tatticamente è arrivato da una realtà completamente diversa. Deve migliorare ma è normale. Non ha mai giocato in Europa. Su Florenzi il modo migliore per rispondere è fargli tanti auguri di una buona stagione, possibilmente finendo dietro di noi. Spero possa essere felice al Milan. Ho parlato con lui e nella sua testa aveva chiaro quello che voleva e non voleva fare. Quello che voleva fare è andare al Milan, e quello che un giocatore vuole fare è importantissimo per me. La società ha collaborato”.

Ha parlato spesso di tempo, ma nel corso della sua carriera il suo tempo era sempre adesso. Il concetto di tempo è cambiato per la Roma o è cambiato Mourinho?
“Non dico il profilo di club, perché la Roma è un club gigante, della dimensione di tanti altri dove sono stato, ma questa è la dimensione del club come storia, tifosi, città. Un’altra cosa è la natura dei progetti. Quando sono arrivato al Chelsea, all’Inter, al Real Madrid i progetti erano assolutamente ovvi e non c’erano dubbi, bisognava vincere oggi. La Roma è in una situazione diversa, non vince da tanto, è finita a -29 dallo scudetto, a -16 dal quarto posto. È ovvio che serva tempo, il tempo nel calcio è importante. La realtà è il pragmatismo dei numeri. Non vinciamo da tanti anni, questa è la realtà, la crudeltà, il pragmatismo dei numeri. Non c’è altro modo di cambiare questa dinamica. Tempo, organizzazione interna, lavoro invisibile perché per voi e per i tifosi quello che si vede è la squadra in campo, i risultati, la classifica. C’è tanto da fare nell’organizzazione di un club e col tempo il risultato arriverà. Per domani, poi per la Salernitana, poi per la Juve o l’Inter: domani è per vincere”.

In Turchia i terzini spingevano spesso anche insieme, la Roma si è trovata in difficoltà dalla parte di Karsdorp, ma ci sono stati anche cross sbagliati.
“Ho avuto la sensazione simile alla tua. Siamo arrivati a tanti situazioni di cross in Turchia e ne abbiamo sbagliati tanti. Spingere con entrambi i terzini lo abbiamo fatto, possiamo farlo come possiamo farlo con uno solo o nessuno. Qualche partita abbiamo spinto anche con uno solo. Ci sono diversi modi di farlo. Diversi modi per arrivare allo stesso obiettivo. Vogliamo vincere e per vincere dobbiamo segnare e per segnare dobbiamo arrivare nell’ultimo spicchio di campo. Il cross è anche questione di fiducia e momento. Quando guardo i ragazzi vedo che hanno buona qualità di cross. Alla fine in Turchia il gol è arrivato su cross di Mkhitaryan”.

Quali sono le squadre che ritiene più attrezzate rispetto alla Roma?
“Domanda facile, sapete la risposta. Il pragmatismo della classifica. Guardi lì e non è difficile capire le distanze. Quando le distanze sono 2, 3, 4 punti sono tutti nella stessa tasca, quando sono 29, 25, 16, 17… lasciateci tranquilli. Alla fine si vede. Il mio discorso non cambia. Vogliamo vincere la prossima partita, magari pareggiamo o pareggiamo, quando giochiamo contro Inter, Juventus, Milan, Atalanta, chi è stato più forte di noi, non cambieremo questo discorso”.


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