Ecco i titoli odierni di alcuni dei maggiori quotidiani italiani:

Il Messaggero: Fred Buscaglione si era fatto un viaggetto per metempsicosi dentro José Mourinho, dopo il derby, per dire e ribadire che la Lazio era piccola, piccola così. Si è liquidato la cosa con un sorrisino: era il solito José che romanamente rosicava. Bologna, e tutto l’avvio di campionato, suggeriscono invece di analizzare meglio certi giudizi dello Special, perché è difficile che l’uomo racconti fesserie. La Lazio è in crisi sul serio, appare rimpicciolita nel respiro generale, nelle sicurezze, nella coesione. Sarri non ha attecchito, il derby è stata un’illusione, uno snaturamento felice. Tutti rendono al peggio, nessuno è migliorato, tranne Immobile che è sempre lui. Chissà cosa pensa davvero Acerbi, ieri nervosissimo, degli equilibri tattici, come minimo avventurosi. E chissà quale disagio mascherano i sontuosi baffi da ussaro di Milinkovic. Più della Juve, che risale col catenaccio, è la Lazio la delusione del torneo, oltre agli arbitri e ai loro vareggiamenti. Il derby di Roma stavolta indirizza gli umori al contrario: la Roma ne sbuca più forte, la Lazio piegata. Una Roma già grandicella, tende a sbilanciarsi perché è la più offensiva delle sette sorelle visto che gioca con quattro attaccanti, però segue con fede Mourinho, ne accetta qualche maltrattamento, poi tutti sfidano i propri limiti e vanno oltre. E’ sempre una questione di fede, e a Formello l’hanno smarrita. A Napoli ne hanno a pacchi, sembrano una squadra di crociati, che non prende quasi mai gol e attacca a sussulti felici. Spalletti e i suoi africani, bestialmente beccati pure a Firenze, ne sono il cuore.

Il Corriere della Sera: Una serata ad alto contenuto giallorosso - la curva Sud che prima del fischio iniziale canta l’inno senza musica per restare nel regolamento della Lega Calcio e Pellegrini che dopo il contratto a vita segna l’1-0 che sblocca una gara fin lì complicata - riporta la Roma al quarto posto e santifica il record di Mourinho nelle partite casalinghe in serie A da quando esistono i 3 punti: 42 senza sconfitte tra Inter e Roma, 33 vittorie e 9 pareggi, meglio di Allegri che con la Juve si è fermato a 41. Non abbastanza per evitare l’ira dello Special One. Una, esplicita, sul terreno verde ma pieno di sabbia: «Abbiamo giocato bene in quello che è il peggior campo della serie A». Una, tenuta segreta ma più dolorosa, per aver dovuto fare a meno di Pellegrini nel derby. La decisione sbagliata dell’arbitro Rapuano in Roma-Udinese, quando ha espulso nel finale il capitano romanista, ha avuto un peso nella stracittadina quasi quanto i gol di Milinkovic, Pedro e Felipe Anderson. Con Pellegrini è una Roma, senza è un’altra. Sbagliare è umano, ma il peso degli errori resta. La Roma ha faticato per una buona mezzora perché l’Empoli era stato ben messo in campo dall’ex Andreazzoli e perché Pinamonti era un motorino in costante movimento: ha messo alla frusta soprattutto Smalling, che non è più (o non è ancora) tornato quello della prima stagione. L’uscita per infortunio dell’attaccante ha ridotto quasi a zero la pericolosità dei toscani. La classifica a 9 punti resta comunque di lusso.
Il gol dell’1-0 è arrivato al 42’ da una bella verticalizzazione di Mkhitaryan per Pellegrini, che ha segnato il suo settimo gol (4 in campionato e 3 in Conference League) in dieci partite stagionali. Un rendimento da bomber che si affianca al lavoro che Pellegrini fa a tutto campo, sia in fase offensiva che difensiva. Come ha detto Mourinho a fine gara: «È la nostra connessione».

Il Corriere dello Sport: Pellegrini e Mkhitaryan. La Roma si scorda l’amarezza del derby, riparte in campionato e rende più solido il quarto posto dopo una vittoria sofferta (nel primo tempo) ma meritata contro l’Empoli dell’ex Andreazzoli. Dei due centrocampisti i gol da tre punti che permettono a Mourinho di affrontare con il sorriso la sosta per le Nazionali. Buone anche le prestazioni di Abraham (un altro legno centrato, ormai è una maledizione) e Zaniolo, sempre più convincente e devastante. Ottima anche la difesa che ritrova l’equilibrio e il clean sheet. L’Empoli regge solo un tempo, poi crolla nella ripresa sotto i colpi e le magie del devastante reparto offensivo giallorosso.  Pellegrini è carico dopo il rinnovo di contratto e si riprende la fascia di capitano dopo la squalifica nel derby. Riposano Ibanez e Cristante, gli stakanovisti di Mourinho. Spazio a Darboe che aveva ben impressionato in Conference League e Smalling che si riprende il posto da titolare al centro della difesa (l’ultima volta è stata lo scorso 2 maggio). Vina e Karsdorp sugli esterni. Mkhitaryan, Pellegrini e Zaniolo alle spalle di Abraham. L’Empoli con Pinamonti e Di Francesco con Henerson ad agire subito alle loro spalle. Il primo tempo della Roma è molto più complicato del previsto. L’Empoli gioca con aggressività e chiude tutte le linee di passaggio giallorosse. Il centrocampo giallorosso fa una fatica immane a trovare spazi dove innescare Abraham e i trequartisti. Zaniolo si danna l’anima ma il pomeriggio della sua Roma è tutt’altro che semplice. La manovra capitolina si sviluppa soprattutto sull’asse destro, occupato da Karsdorp e lo stesso Zaniolo. Dall’altra parte è Mkhitaryan a dannarsi l’anima senza riuscire a concludere con pericolosità dalle parti di Vicario. E’ proprio questo il problema dell’undici di Mourinho: pressa, combatte, dialoga, costruisce ma tira pochissimo. Anzi  praticamente mai per 40 minuti. Quando lo fa, però, sono dolori. Ed è così che alla prima vera finalizzazione i padroni di casa trovano il vantaggio. Siamo al 43’ quando Pellegrini - innescato da una splendida verticalizzazione di Mkhitaryan - indovina il rasoterra vincente a fil di palo che fa crollare il muro eretto da Andreazzoli e porta la Roma sull’1-0. Per il capitano è la gioia più grande dopo il rinnovo di contratto appena firmato. Quarto gol in stagione: solo Payet e Blas in Europa hanno fatto meglio di lui (5). E l’Empoli? Gioca una gara umile ma di grande spessore. Compatti e veloci in ripartenza, per gran parte del primo tempo i toscani rischiano pochissimo e, anzi, sfiorano il gol con un colpo di testa di Bandinelli e un paio di conclusione fuori misura di Pinamonti, poi uscito per infortunio alla mezz’ora. La ripresa comincia con Haas e Bajrami in campo per l’Empoli ma soprattutto con una giocata da urlo di Abraham che conquista palla a centrocampo, arriva fino al limite e scarica un missile di destro che si infrange sul palo. Sulla ribattuta è lucido Mkhitaryan nel ribadire in rete a porta vuota. E’ il 2-0 che cambia la sintassi del match. La Roma ora si diverte e arriva con regolarità dalle parti di Vicario che si supera ancora su una conclusione di Abraham. Poco dopo è Pellegrini a sfiorare la doppietta. Mourinho può finalmente rilassarsi: la sua squadra, stanchezza a parte, gioca con serenità costruendo palle gol ancora con Abraham e Mancini negli ultimi venti minuti. Ottime conferme anche dal giovane Darboe, uscito stremato a mezz’ora dalla fine per far posto a Cristante. L’Empoli di Andreazzoli, in piena riserva, non riesce praticamente più a ripartire concedendo alla retroguardia romanista una serena ripresa. Al fischio finale di Ayroldi la Roma di Mourinho può tornare a sorridere anche in campionato. Il ko nel derby è solo un lontano ricordo. Alla ripresa dopo la sosta arriverà il momento della verità con la doppia sfida con Juve e Napoli a dire molto sulle vere ambizioni giallorosse in questa stagione.

La Gazzetta dello Sport: C’era da festeggiare Pellegrini per il rinnovo del contratto e la Roma e il suo capitano hanno trovato il modo migliore di farlo. La Roma con una vittoria che tiene in quota-Champions i giallorossi, Lorenzo con un gol che ha spezzato un equilibrio pericoloso e dato il via alla nona vittoria stagionale della Roma (su 11 partite). A chiudere i conti, per il definitivo 2-0, ci ha pensato Mkhitaryan, bravo ad insaccare sull’ennesimo legno della stagione di Abraham. Ecco il centravanti inglese anche ieri ha fatto i conti con la sfortuna, ma se ha faticato un po’ ad entrare in partita, quando pii lo ha fatto è diventato devastante. Molto bene anche Zaniolo e Veretout, con il primo che quando decide di cambiare marcia al motore è imprendibile. Bene l’Empoli, soprattutto nel primo tempo, quando ha tenuto testa a lungo ai giallorossi. Perdere Pinamonti è stato letale, ma la squadra di Andreazzoli ha idee e gioco. Mourinho conferma Darboe in mezzo al campo, stavolta al fianco di Veretout. Andreazzoli invece lascia Bajrami in panchina e butta dentro Di Francesco. La Roma gioca con veemenza, a caccia di una vittoria importante per la classifica, ma dall’altra parte i toscani non demeritano, anzi. Stavolta Andreazzoli gioca con in due trequartisti alle spalle della punta, con Di Francesco molto più vivace di Henderson, anche se il più pericoloso è Pinamonti, che tiene a lungo in apprensione la difesa giallorossa. Al 29’ però il centravanti toscano deve arrendersi ad un problema muscolare e dentro ca Mancuso, che è una prima punta meno riferimento e più di manovra. Nei giallorossi, invece, brilla come sempre Pellegrini pl che regala un paio di magie ad innescare gli strappi di Zaniolo, altro giocatore che disputa un primo tempo brillante. In mediana, invece, gli strappi che contano sono soprattutto quelli di Veretout, capace spesso di trasformare l’azione da difensiva in offensiva. Solo che la grande molto di gioco romanista produce pochi pericoli, con il primo tiro in porta che arriva solo al 38’, con un colpo di testa flebile di Pellegrini parato da Vicario. Il gol però arriva poco dopo, al 42’, quando Mkhitaryan prende palla sulla trequarti e serve lo stesso Pellegrini sulla corsa, con il capitano che insacca di destro alle spalle del portiere toscano. È il gol che fa venire giù l’Olimpico, il giusto modo di festeggiare una firma tanto attesa. Nella ripresa Andreazzoli prova subito a mischiare le carte inserendo Bajrami e Haas, arretrando Henderson in mediana. Mossa quantomeno sfortunata, visto che lo stesso giocatore scozzese perde un brutto pallone a centrocampo a favore di Abraham, che di destro “spacca” la traversa in due, con Mkhitaryan bravo a ribadire in rete al volo la palla del 2-0. E se la mossa di Andreazzoli è stata sfortunata, la partita di Abraham lo è ancora di più, perché dopo l’ennesimo palo il centravanti inglese prima impegna Vicario in angolo e poi grida al gol di testa, ma a strozzargli l’urlo in gola stavolta è Stojanovic, che salva sulla riga e gli nega la gioia del 3-0. Poco prima, invece, sull’ennesimo strappo di Zaniolo era stato Pellegrini a sfiorare ancora il gol di testa, su assist di Karsdorp. Insomma, se il primo tempo era stato equilibrato, nella ripresa la Roma legittima la vittoria, andando più volte vicina anche alla terza rete. Finisce 2-0, con i giallorossi in pena zona-Champions, il modo migliore per affrontare il doppio confronto alla ripresa con Juventus e Napoli.

  


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