Leggo: Un’altra rimonta, un’altra vittoria di cattiveria anche se Mourinho non è del tutto soddisfatto, scrive Francesco Balzani su Leggo. La sesta in meno di un mese. La Roma dello Special One domina pure in Conference League ricoprendo di gol il modesto Cska Sofia dell’amico Mladenov con una doppietta di un sempre più principesco Pellegrini, la seconda perla consecutiva di El Shaarawy e la forza dirompente di Shomurodov e Abraham. La partita non era iniziata bene coi bulgari passati in vantaggio dopo l’indecisione di Villar. A ritirare su il morale a uno stadio tutto esaurito (per quanto il Covid possa concederlo) ci ha pensato il capitano con un gol da capitano, quello con la 10: stop, uno sguardo all’angolino e cucchiaio felpato. Una delizia. Poi a travolgere la difesa del Cska ci ha pensato la Locomotiva Shomurodov che strappa tre volte il pallone dai piedi degli avversari e serve a El Shaarawy la palla che fa rialzare la cresta al Faraone. La sensazione è che la Roma non sia mai in pericolo nonostante qualche indecisione del centrocampo. Nella ripresa a chiudere i discorsi ci ha pensato ancora Pellegrini, con una rete da bomber consumato dopo la bella discesa di Calafiori. Poi è festa con il poker calato da Mancini dopo il palo di Smalling e la prima rete all’Olimpico di Abraham entrato pochi minuti prima. Un dominio, una goleada che poteva essere ancora più pesante. Ma Mourinho non si accontenta: “Non abbiamo giocato bene, poca intensità a centrocampo e terzini timidi. Però il gruppo è fortissimo e si sta creando una squadra vera. Pellegrini? Mi ha detto che firmerà nei prossimi giorni, e rinsalderà il rapporto coi tifosi”. Poi la richiesta sul mercato: “In panchina ho bambini che devono diventare calciatori. Dobbiamo andare tutti i giorni a San Pietro per pregare non ci siano infortuni” Più che un segnale ai Friedkin.

Il Messaggero: Sesta vittoria su sei partite, la Roma non ha intenzione di fermarsi, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Squillante anche l'esordio in Conference, contro il Cska, almeno nel numero di gol: 5-1. Con un brividino in avvio, ma poi la Roma torna a percorrere la discesa, spinta dal suo capitano Pellegrini, che ora come ora trasforma in oro anche una zolla. La gente canta, è felice, la squadra di Mourinho è magnetica, rassicurante, anche con i suoi limiti strutturali. Questa magia si propaga in un ambiente che ha vissuto gli ultimi anni calcisticamente deprimenti e che ora può rialzare la testa con un certo orgoglio. E si gode anche una serata minore, sempre col cuore appassionato. Mou, visti gli impegni, sceglie il turnover, che di base non ama. Sette sono i cambi, in campo dall'inizio quattro titolarissimi trainanti, Rui Patricio, Karsdorp, Mancini e Pellegrini. Non sono poche le facce nuove, inevitabilmente tende a sparire un pezzetto di anima, quella che ha fatto splendere la Roma in questo mese di campionato. In avvio, i meccanismi non sono perfetti e nel non immenso vuoto, infatti, ecco che si infila tal Mazikou, che sembra Roberto Carlos: la difesa si spacca e arriva pure il vantaggio (firmato da Carey, che approfitta di una gaffe di Mancini e prima di Villar) inaspettato del Cska. Ma i drammi sono altri, specie se in panchina c'è uno come Mourinho e in campo hai gente come Pellegrini (avvio di stagione col botto, la Roma non abbia dubbi...), che sta sudando per il rinnovo milionario, ma con la palla tra i piedi alimenta emozioni e non suda per niente. La fascia da capitano brilla di un colore fosforescente, come quel pallonetto che si alza in cielo e finisce in rete, sotto la Nord. Lo stadio pieno di trentamila distanziati si abbraccia e la Roma riparte subito, con questi ragazzini (citando Mou) un po' sbarbati, e per chissà quali obiettivi reali. Per ora conta guardarli e accompagnarli, poi si vedrà. Degno è Perez, che corre, si sbatte, rientra, tira, pur non essendo Zaniolo; un po' meno per ora Villar, toh chi si rivede, che prova a regalare qualche magia (bella un'imbucata in area per El Shaarawy) ma qualcosa nei contrasti si perde per strada, e pure lui non è Veretout, così come Diawara non è disciplinato e affidabile come Cristante. Mourinho non è soddisfatto. Jordan e Bryan (e non solo loro dei big) entreranno a inizio ripresa, così, per portare maggiore solidità. Lo spirito e il trasporto non può essere quello del campionato, Mou è stato chiaro, vuole vincere la coppa ma la serie A è la serie A, e non a caso l'artiglieria viene messa parzialmente a riposo e i cambi non sono sempre all'altezza: nella ripresa minuti anche per Abraham, che segna il suo primo gol (in sospetto fuorigioco) all'Olimpico, con un colpetto sotto da urlo. I pali, Tammy, li lascia a Smalling e Shomurodov. La Roma si ripresenta nella ripresa come un felino, che studia la preda: aspetta, osserva e poi colpisce e se il risultato era in bilico, dal minuto 17 non lo è più, perché il capitano appoggia con un piattone un perfetto assist di Calafiori, che vince la sua timidezza con un allungo alla Spinazzola. C'è tempo per il quarto gol di Mancini (deve essere quella fascia...), che corre ad abbracciare Mourinho, e di Abraham. La Roma è questa. Empatica, difettosa. Ma per ora, anche vincente.

Corriere della sera: Continua a viaggiare come un treno la Roma di Mourinho che infila la sesta vittoria su sei, scrive LUca Valdiserri sul Corriere della Sera. Passa in svantaggio per la prima volta in stagione (sbaglia Villar) ma reagisce già nel primo tempo e poi asfalta il Cska nella ripresa. Ma Mou è critico: “Sono soddisfatto del risultato non della prestazione“. Il migliore è sempre Pellegrini (5 gol in 6 gare), si conferma El Shaarawy con il gol del 2-1, segna la sua prima europea in giallorosso Tammy Abraham entrato nel finale. Partenza sprint: Mou sa che arrivare primi nel girone fa saltare un turno.

Sesta vittoria consecutiva della Roma, che onora nel migliore dei modi l’esordio in Conference League annientando il Cska Sofia, battuto 5-1 grazie alla doppietta di Pellegrini e alle reti di El Shaarawy, Mancini e Abraham. Rispetto alla gara contro il Sassuolo, Mourinho ha cambiato ben 7 titolari, scrive Gianluca Piacentini sul Corriere della Sera. “Tutti si sentono coinvolti nel progetto – le sue parole – si sta creando una squadra ma non abbiamo giocato bene. Sono soddisfatto del risultato ma non della qualità del gioco, a centrocampo c’è stata poca intensità, i due terzini non hanno spinto tanto, abbiamo perso dei due duelli difensivi. Shomurodov e Pellegrini hanno provato a pressare: non abbiamo giocato male, ma non meritavamo di vincere 5-1. Pellegrini? È un giocatore di grande qualità e potenziale, lui mi ha detto che firmerà il contratto nei prossimi giorni perché può dare forza al rapporto che sta costruendo con i tifosi. È il capitano e deve legare il suo rapporto con la gente“. Quando sono entrati i titolari è cambiata la partita. “I cinque cambi mi danno modo di gestire in modo diverso le partite, avevo tutte le opzioni offensive e per questo ho avuto la tranquillità di far giocare altra gente. Ho già detto che la differenza tra noi e altre squadre top del campionato è nelle scelte in panchina: i ragazzini devono crescere, devono trasformarsi da bambini in calciatori forti. Scherzando con lo staff dico che dobbiamo andare tutti i giorni a San Pietro per pregare di non avere infortuni”.


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