Era il 4 maggio quando la Roma annunciava il tecnico portoghese con poche righe ma efficaci:«José Mourinho sarà il nuovo Responsabile Tecnico della prima squadra». Ne è passato di tempo da quel giorno che fece impazzire di gioia il popolo giallorosso che si stava ancora leccando le ferite del post Old Trafford. Da quel giorno cambiano i pensieri di tutti perché dai tempi di Capello in questa città mancava un allenatore con uno spessore internazionale, ma le vittorie si costruiscono anche con i grandi giocatori e nella mente dei tifosi si inizia a sognare perché Mourinho significa grandi giocatori. Passano circa 2 mesi, nel frattempo l’Italia vola nel campionato europeo, e lo special one viene presentato ufficialmente al Campidoglio, una presentazione degna di lui e il tecnico portoghese senza peli sulla lingua annuncia che non sarà possibile iniziare da subito a spendere tantissimi soldi con il rischio di dover svendere tutti l’anno dopo: «"Non sono qui in vacanza, tra tre anni mi immagino a festeggiare. Vogliamo un progetto sostenibile per vincere in futuro».

Alla fine del calciomercato la Roma senza acquisti stellari è la regina del mercato italiano con 97 milioni di euro investiti di cui 40 per Tammy Abraham, il gigante inglese che arriva a Roma con il compito, non facile, di sostituire Edin Dzeko ma senza il regista richiesto.

Ad oggi l’assenza del centrocampista è quella che pesa di più insieme alla riserva di Karsdorp, la Roma è momentaneamente sesta in classifica a soli 3 punti dal quarto posto ma con uno score nelle ultime 7 tra campionato e Conference League da brividi. La squadra di Mourinho ha subito 15 gol in 12 gare, terza peggior partenza di sempre per l’allenatore ex Inter, e mostra tanti limiti sia tra i titolari e soprattuto nelle riserve.

Le parole del direttore generale Tiago Pinto di ieri sera sono state chiarissime: «Non vogliamo fare un instant-team, vogliamo lavorare in tutte le aree e migliorare ogni giorno e in ogni finestra di mercato. Per noi è importante Mourinho, lo abbiamo preso perché la sua esperienza, la sua intelligenza e la sua leadership erano perfette per sviluppare questo progetto triennale di cambiamento di mentalità, di ricostruzione della rosa e di sviluppo e miglioramento di tutti i calciatori». I tifosi della Roma si sono divisi ieri sera tra chi ha dato ragione al direttore e tra chi non si aspettava queste dichiarazioni perché era speranzoso nel mercato di riparazione. La sessione di gennaio difficilmente porta grandi colpi, poche eccezioni come l’acquisto di Nainggolan, ma Mourinho ha bisogno di almeno 2 giocatori per rafforzare una rosa che come ci ha detto nel post partita di Venezia-Roma può lottare per il quarto posto ma effettivamente non lo è: «Dico che il quarto posto è un obiettivo, ma una cosa è dire che noi vogliamo lottare per il quarto posto, un'altra è dire che siamo da quella posizione. Fino a quando sarà un obiettivo matematica possibile allora noi ci proveremo».

Restano tante ombre sul futuro della Roma e sul mercato che sarà, l’unica certezza dal 4 maggio ad oggi è José Mourinho e i tifosi faranno affidamento a lui sia sul campo che nelle direttive che darà al DG Tiago Pinto.


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