Questi i titoli di alcuni dei maggiori quotidiani italiani di oggi:

Il Messaggero: Cinecittà, esterno giorno, gli studi cinematografici sono a un passo. Anno 1996, è il 19 di giugno: comincia una storia, un film, non subito d’amore, ci vorrà qualche anno. Monica e Tonino danno alla luce Lorenzino, senza sapere che oggi, venticinque anni dopo, sarebbe diventato Lorenzo il Magnifico, capitano della Roma, uomo più rappresentativo dei giallorossi. Lorenzo sorride poco ma oggi è felice: gioca un calcio che innamora, ha una bella famiglia, Veronica è la moglie ed è padre di due figli, Camilla e Thomas, ha un fratello più piccolo, Francesco, che gioca nell’Atletico Lodigiani e una sorella più grande, che è solo sua tifosa. Pellegrini, il capitano della Roma, è nato e cresciuto calcisticamente nella zona di via Tuscolana, proprio sotto casa, nella squadra della Banca d’Italia. Papà Tonino ne era un dipendente e allenava i piccolissimi figli di altri suoi colleghi. Proprio il padre è stato il suo primo allenatore. Lo stesso papà, qualche anno dopo, se lo è portato all’Almas, della quale oggi è dirigente. Il cordone ombelicale con mister papà si è rotto quando Bruno Conti ha voluto vederlo da vicino, portandolo poi alla Roma, quando non aveva ancora dieci anni. Era un piccolo centravanti, fisico non possente, ma tecnica sopraffina. Idee chiare soprattutto, leader fin da bambino. Così lo vedeva Montella, che nei giovanissimi nazionali, gli ha affidato le chiavi della squadra. Nella Roma ha anche trovato chi, come mister Mirko Manfrè, lo ha abbassato a centrocampista e chi, come Tovalieri (nell’under 17), lo ha provato pure da difensore centrale. Lorenzo ha provato di tutto, fino a quando, dopo una partita di Youth League contro il City, quando vestiva la maglia della primavera di Alberto De Rossi, ha ricevuto i dirigenti del Sassuolo, che lo hanno chiesto e preso in pochissimo tempo. Il ds Sabatini, all’epoca, lo ha ceduto per poco più di un milione, Monchi, su richiesta esplicita di Di Francesco (e su pressioni di Frederic Massara), lo ha dovuto riacquistare per una decina di milioni. Un bell’investimento per uno di famiglia. DiFra lo trasforma in trequartista (l’esordio nel ruolo è con gol di tacco nel derby), ma in quel periodo non era un titolare fisso. Lorenzo soffre, resiste e va avanti. Monchi non lo vede, rischia di essere ceduto. Ma resiste ancora. L’esordio in A ormai è acqua passata e non è col Sassuolo ma con la Roma: quasi un lampo nel buio, su un campo inedito, Cesena, un allenatore che poi non ha più visto ma che sente regolarmente anche oggi, Rudi Garcia. Era il 22 marzo 2015, aveva appena 18 anni, quella sera sostituì Salih Uçan, talentino sparito in un niente. Quel posto sarebbe diventato suo negli anni, con pazienza. La stessa che ci vuole per vedergli firmare il rinnovo, quello vero, il più importante della sua carriera. Un contratto che lo lega alla Roma nel suo magic moment, con Mourinho allenatore che lo stima e lo coccola, in una squadra che viene costruita intorno a lui, che è il capitano. Ora sì, davvero, proprio quando molti hanno pensato ripetesse il percorso di Florenzi. Invece l’investitura di Totti ha portato fortuna, invertendo la storia. Ora viene riconosciuto dallo spogliatoio, anche da quei tifosi che spesso lo hanno contestato, pure a brutto muso. L’odio social non risparmia nessuno, nemmeno chi porta con orgoglio i colori della Roma. 

La Gazzetta dello Sport: Nuovo appuntamento, la settimana prossima, per il rinnovo di Lorenzo Pellegrini. Crescono la fiducia e l’ottimismo per il nuovo contratto del capitano della Roma che sarà un contratto senza clausola rescissoria. Quella attuale, da 30 milioni, era valida fino a luglio, ora non c’è più con il contratto in scadenza e non sarà inserita di nuovo. Perché le bandiere, soprattutto a Roma, la clausola non ce l’hanno. Pellegrini e la società stanno ancora trattando sui bonus e i diritti d’immagine, il contratto sarà lungo e complesso, lo stipendio intorno ai 4 milioni, la durata fino probabilmente fino al 2026, cioè fino ai 30 anni di Lorenzo. Dopo la trasferta di Verona I suoi agenti rivedranno Tiago Pinto, poi saranno anche i Friedkin ad avere l’ultima parola su quello che sarà uno dei contratti più importanti della loro gestione. Pellegrini, dal canto suo, non vede l’ora di firmare e mettere questa lunga trattativa alle spalle. Voleva capire il progetto della Roma (e con Mourinho ha capito subito che fosse di livello alto), l’accordo sullo stipendio si sta trovando e lui non si è mai sentito così leader. Fuori dal campo è un marito e un papà innamorato (ha dedicato la doppietta di ieri a sua moglie Veronica su Instagram), nello spogliatoio è il punto di riferimento, in campo non si è mai sentito così bene. I numeri dicono che, oltre ad aver segnato il gol più bello del turno di Conference, non era mai partito così forte, con cinque reti in sei partite. Attualmente è il centrocampista nei cinque maggiori campionati europei ad aver segnato di più, e sempre in questi campionati solo Haaland e Lewandowski (tre entrambi) hanno messo a segno più marcature multiple di lui. Non solo: tra i giocatori della Serie A, considerando tutte le competizioni, nessuno ha segnato più di lui. Solo Vlahovic tiene il passo, ma è una punta. I tifosi, con cui in passato c’era stata qualche frizione, iniziano ad amarlo davvero tanto, come dice Mourinho la firma del rinnovo li avvicinerà ancora di più e la foto di lui che, raccattapalle, guarda Totti entrare in campo è diventata di nuovo virale. Il rapporto con Francesco è forte ed intenso, ma entrambi lo proteggono, come hanno fatto anche subito dopo l’addio di Totti alla Roma. Quel giorno lo storico numero 10 promise a Pellegrini che lo avrebbe continuato a seguire e consigliare anche a distanza e Lorenzo gli promise di continuare la tradizione dei capitani romani e romanisti. Manca poco e la promessa sarà davvero mantenuta. Giusto il tempo di una firma.

Il Corriere dello Sport: Pelé è stato trasferito di nuovo nel reparto di terapia intensiva dell'Hospital Albert Einstein di San Paolo, dove "O'Rei" è ricoverato dal 31 agosto scorso ed è stato operato il 4 settembre per un tumore al colon. Nelle ultime ore si è infatti registrato un lieve peggioramento delle condizioni di salute dell'ex fuoriclasse brasiliano, 81 anni il prossimo 23 ottobre, che aveva lasciato la terapia intensiva appena due giorni fa rassicurando tutti via social: "Sono ogni giorno più allegro, pronto a giocare 90 minuti e anche i supplementari, saremo presto insieme!". Secondo 'Espn Brasil', in realtà Pelé avrebbe avuto la scorsa notte un problema di reflusso, da qui la decisione - a scopo precauzionale - da parte dei medici di riportarlo in terapia intensiva.


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