esultanza El Shaarawy (photo Pruneti)
esultanza El Shaarawy (photo Pruneti)

Fatta eccezione per un primo giocato sottotono, la Roma esce dallo stadio Maradona con la consapevolezza di essere diventata, forse un po' tardi, una squadra. Che Napoli sia una trasferta insidiosa è risaputo ed infatti ieri i ragazzi di Mourinho hanno sofferto molto soprattutto nella prima parte del primo tempo, frutto anche di un rigore dopo pochi minuti concesso dal tanto discusso arbitro Di Bello su segnalazione del Var per fallo di Ibanez su Lozano. Rigore poi trasformato da Insigne. 

Il primo tempo è a forti tinte azzurre, a parte un guizzo di Pellegrini che, su punizione, trova la traversa con deviazione di Osimhen. Nella ripresa è tutta un’altra Roma. Mourinho inserisce Mkhitaryan e la Roma si fa più minacciosa anche in corrispondenza dell’infortunio di Lobotka, ma è sempre Osimhen a tenere in apprensione la retroguardia capitolina. Il grande assente è Abraham, non bene nel complesso anche se ha avuto il merito di essere entrato in maniera decisiva nell’azione del goal del pareggio. C’è da dire che avere la meglio su un difensore forte come Koulibaly ad oggi è prerogativa di pochi attaccanti al mondo. Molto buona invece è stata la prestazione di Zaniolo, spesso lasciato troppo solo in avanti riuscendo comunque a fare molto gioco sporco e permettere più volte alla squadra di poter salire e guadagnare campo. 

Mourinho capisce che può fare il colpo ed inserisce El Shaarawy e Veretout, Zaniolo (diffidato e ammonito, salterà l’Inter). Il Napoli lentamente si sgretola sempre di più e fatta eccezione per un contropiede di Osimhen che dà l’illusione ottica del gol non crea nessun problema alla retroguardia giallorossa. I cambi nel finale non sortiscono ulteriori effetti, Zaniolo si fa male e chiede il cambio a ridosso del 90’. Con un Napoli ormai sulle gambe e ben otto minuti recupero, la Roma trova il meritato pareggio, che le consente di lottare ancora per un posto in Champions League, proprio con El Shaarawy che riesce ad indovinare l’angolo giusto sul tacco di Abraham mettendo forse fine alle residue speranze scudetto del Napoli. 


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