Tanti dubbi, tante perplessità, tanti punti interrogativi. Se una vittoria contro il modesto Zorya Luhansk non può cancellare le incertezze della piazza, certamente può ridimensionarle. In una serata nella quale di ventate d'aria fresca non se ne sentiva il bisogno, il successo della Roma ha portato con sé una buona dose di caloroso sollievo. 

In un periodo nel quale lo stato d'emergenza continua a farla da padrone in tutti i campi, i giallorossi hanno saputo reinventarsi. Senza terzini sinistri e con pochi centrocampisti, José Mourinho si è visto costretto a stravolgere un'idea di gioco sulla quale è stata basata l'intera costruzione della rosa. Se è vero che "quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare", lo Special One è entrato ufficialmente in partita. Sistema di gioco reinventato ed interpreti giusti, al momento giusto e nel posto giusto. Quella di Felix Afena-Gyan è stata solo una delle ultime pescate vincenti dal mazzo. 

Veretout in cabina di regia. Mkhitaryan a centrocampo. El Shaarawy sull'esterno sulla stessa linea dell'armeno e dei compagni di reparto. Zaniolo nel tandem offensivo con Abraham. Gli esperimenti sono tanti, chissà che non possano rivelarsi anche vincenti con l'andare della stagione. Ciò che sorprende, anche se forse non dovrebbe, sono l'applicazione e la disponibilità messe in campo dai ragazzi in rosa. Tutti al servizio di Mourinho. La squadra si fida del suo condottiero, ma del resto non potrebbe essere altrimenti. Se il gol e la prestazione di Carles Perez lasciano pensare ad un'arma in più, le reti di Abraham e Zaniolo fungono da scacciafantasmi. I due terminali offensivi della Roma si sono scambiati il pallone con la stessa intesa del miglior trio della storia di Reazione a Catena. Comodamente seduto sulla sediolina c'è José Mourinho, che trae benefici e risultati dall'affiatamento dei due. Corsa, strappi, determinazione, grinta, qualità, quantità. Fattori determinanti che non sembrano essere propri di due ragazzi in crisi. Uno deve ritrovarsi, l'altro deve scoprirsi in una realtà totalmente sconosciuta. Unire i puntini, ai più, risulta un compito piuttosto agevole. 

Adesso c'è bisogno di trovare continuità nel collettivo e nel singolo. Due pezzi pregiati, rimasti eccessivamente ai margini, vogliono dare la giusta verve alla scacchiera giallorossa per accelerare il processo di crescita. Il peso sulle spalle è gravoso, ma la sensazione è che c'è chi sia in grado di sopportarlo. Tammy Abraham e Nicolò Zaniolo: l'intesa vincente che fa sognare la Roma.


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