Paulo Fonseca è stato intervistato da AS in vista del match di Europa League in scena giovedì contro il Siviglia. Di seguito l'intervista: Il catenaccio è già storia in Italia? "Sotto il profilo tattico e difensivo i club italiani sono forti ma bisogna sfatare questo mito. Dal punto di vista offensivo, il Calcio è tra i migliori in Europa".

Avete terminato la stagione con 7 vittorie e un 1 pareggio "Ci siamo dovuti adattare al post lockdown ed è stato difficile. Abbiamo compituto un finale di campionato fantastico, siamo in un buon momento, motivati per i buoni risultati".

Roma-Siviglia, cosa si aspetta? "Il Siviglia è una grande squadra e ha un grande allenatore. Hanno fatto un campionato molto buono e sarà una gara difficile. Siamo molto entusiasti, conosciamo bene il Siviglia. Ha vinto la competizione tre volte negli ultimi sei anni, chiaramente sono tra le squadre più forti che ci siano e il recente passato europeo lo dimostra. Ciò che hanno fatto è alla portata solo delle grandi squadre".

La sua idea sulla Roma? "Siamo una squadra che pressa in alto. Quando perdiamo palla la reazione per recuperarla è molto intensa. Questo ci consente di giocare la palla in zone avanzate del campo e la squadra si sente a proprio agio così".

Nell'epoca post Totti che strategia ha seguito il club? "Abbiamo cambiato molti giocatori da quando sono arrivato la scorsa estate, sono venuti calciatori giovani, che volevano crescere. Abbiamo tenuto giocatori con esperienza come Dzeko o Kolarov ma abbiamo una squadra fatta da tanti giovani. Se a questo club si dà la continuità può arrivare a essere molto forte in futuro".

Dzeko? "Lui è un giocatore speciale. Ha fatto 16 gol ma senza calciare rigori. Ci sono stati giocatori in Italia che hanno segnato di più, tirando però i calci di rigore. Sarebbe potuto essere sopra di loro in classifica. Ha delle qualità e un'esperienza enorme. Non è facile incontrare degli attaccanti con queste caratteristiche".

Zaniolo e Pellegrini "Abbiamo Zaniolo, che è stato sei mesi fuori per infortunio, abbiamo Pellegrini però anche Mancini, Ibañez, Diawara, Veretout, Villar, Carles Pérez, Kluivert, Ünder... Abbiamo tanti giovani che possono rappresentare il futuro della Roma".

Perché la scommessa per talenti spagnoli come Villar o Perez? "Ai giovani spagnoli piace avere il pallone, sono forti tecnicamente. Devono comprendere che il calcio italiano è più specifico e tattico e qualunque giovane ha bisogno di adattarsi. Perez ha tenuto un gran livello nell'allenamento e in partita, ogni volta migliore. Anche Villar. Ha giocato meno, venendo dalla seconda divisione, però ci sono enormi aspettative su di lui. Contro la Juve ha fatto una gran partita".

Come può avvicinarsi la Roma alla Juventus, dominatrice assoluta in Italia nell'ultima decade? "Ci sono due possibilità per essere forti: investire come investono Juve o Inter e questo non può farlo ora la Roma, oppure dare continuità e lavorare per sostenere il futuro. Questo è il nostro cammino. Scommettere sui giovani, che possano acquisire esperienza, e fare quello che ha fatto l'Atalanta: stare più vicina alle prime e lottare per il titolo".


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